Ripropongo questa mia esperienza, scritta per la prima volta qualche tempo fa, perché… ogni volta che passo da quella galleria, è come se vedessi ancora una pecora sulla…
Per scoprirlo, leggiti la storia :-), che è anche una metafora su alcuni aspetti della vita.
Erano circa le dieci di mattino e stavo andando a Palermo a ritirare una ricetta medica per mia figlia, accompagnato da Norino, mio collaboratore nonché membro del Club dell’Entusiamo, per condividere insieme alcuni aspetti delle nostre attività.
Avevamo appena iniziato la nostra condivisione, quando prima dell’imbocco di una galleria sullo scorrimento veloce per andare ad immettermi nell’autostrada, in alto sopra il bordo in cemento, proprio nel mezzo del semicerchio dell’imboccatura…c’era una pecora.
Il tempo di renderci conto di quello che avevamo appena visto… che già eravamo oltre, dentro la galleria e tornare indietro era molto pericoloso.

Forse, pensavo, più probabilMente (sempre di Mente si parla) si era staccata dal gregge ed era saltata in giù dalla stradina che sormonta la galleria ed adesso era lì bloccata, passandosi il tempo a contare le macchine (sempre che le pecore contano noi umani per rilassarsi ed addormentarsi… chissà 🙂
Comunque, preso tra questi pensieri e dalle battute con Norino, dimenticai la pecora… almeno così mi era sembrato sul momento.
Nel pomeriggio, una mia figlia mi chiede di essere accompagnata da una sua compagna ed essendo il posto in periferia e in direzione dell’imboccatura dello scorrimento veloce, quello con la galleria e la pecora, della mattina, decisi di andare a vedere se per caso il quadrupede fosse ancora lì, anche se pensavo che fosse molto improbabile.
Erano circa le 16.30, ed il sole cominciava ad avvicinarsi sempre di più alle vette delle montagne ad ovest, in direzione di Marsala e Mazara, sul trapanese, che significa che sta per fare buio.
Più mi avvicinavo alla galleria più la mia curiosità aumentava… mi fermo… osservo ma non vedo nulla… anzi no, qualcosa che si muove: le orecchie della capra… che presumo siano ancora attaccate alla testa, ed infatti la pecora è ancora lì, accovacciata come le pecorelle dei presepe.


"Pronto Polizia? Sono Maurizio Fiammetta e vi chiamo per segnalarvi che c’è una pecora bloccata in cima alla galleria sullo scorrimento veloce da Alcamo a Partinico e può essere molto pericoloso… nel caso la pecora smarrisse la via."
Mentre spiegavo ancor più dettagliatamente il contesto, mi immaginavo la faccia dell’incredulo agente di turno che cercava di farsi un quadro della situazione.
Non fu una cosa immediata, ma alla fine si convinse che era un caso d’emergenza… ma non c’erano pattuglie disponibili, in quanto tutte impegnate.
Mmmmhhh, una città preda di incendi, rapine, furti, pensai, e dire che Alcamo non sia proprio una metropoli con i suoi 45.000 abitanti e passando tra le strade nel pomeriggio, tutto mi era sembrato nella norma con gente tranquilla che passeggiava, i ragazzi che si riunivano in bande… pardon, in gruppi e la macchine transitare normalmente.
"Faccia una cosa", continuò, (l’agente non la pecora 🙂 "lì vicino c’è un ovile; veda se trova il pastore e lo informi e poi mi faccia sapere se riescono a recuperarla loro."
"Va bene", risposi "se non le telefono più vuol dire che la faccenda è stata risolta, altrimenti la richiamo."
"buonasera" … "buonasera."
Seguendo mentalmente le indicazioni datomi dal mio interlocutore telefonico e facendo appello al mio spirito di "vecchio" capo scout, mi immisi in una stradina che prima saliva e poi scendeva e dopo vari tentativi, marce indietro, e scrutamenti da vedetta soiux con l’immancabile mano sulla fronte (beh, l’ho detto che il sole stava tramontando e quindi, molto basso verso ovest) ecco un ovile in basso.
Quasi quasi un tentativo di rintracciare quest’altro ovile lo faccio.
Io sono così! Se inizio una cosa, mi piace finirla e presto… se dipende da me. Chiudere i cicli è una modalità che ho acquisito nel tempo sia che si tratti di piccoli o grandi azioni, per me è lo stesso… ed anche per la mente, che non fa distinzioni in tal senso.
Adesso vado sulla strada sopra la galleria e vedo se riesco a trovare la strada del secondo ovile, considerato che le pecore di solito stanno insieme, come ci ricordavano mamma e papà quando ci dicevano "non fare la pecora", riferendosi a comportamenti di emulazione, quasi sempre inerenti il gioco in contrapposizione allo studio.
"Hei, hei, si mise a dire ad alta voce uno dei tizi a cui avevo posto la domanda, "questo signore sa dov’è la pecora", rivolgendosi agli altri che si avvicinarono velocemente, come chi ha ricevuto la soluzione ad un quesito importante.
Quante "lezioni" avevo ricevuto da questa esperienza: tra tutte la frase del primo pastore: "se ne accorgeranno subito e l’andranno a cercare". Come non pensare, in questo caso, alla parabola del Buon Pastore che torna indietro a cercare la pecorella smarrita, perché Egli le conosce una per una.
Ed i magnifici posti che avevo visto tra le campagne, alla ricerca degli ovili, tra cui un insieme di casolari abbandonati, come un piccolissimo paese, con tanto di cappella votiva all’ingresso con i muri delle case dipinti con tonalità tenue grazie al sole ed alla qualità dei colori non proprio eccelsa.
Questa esperienza è diventata per me una potente metafora di ciò che significhi comunicare, raggiungere obiettivi, applicare il feedback, agire, perseverare, avere compassione e fede, dare disinteressatamente… e tutto questo in una giornata qualsiasi grazie ad una pecorella…una pecorella smarrita.
Shalom
Maurizio Fiammetta (((\joy/)))
Non voglio peccare di presunzione…ma credo di avere qualcosa in comune con quella pecora.
In ogni caso il mio commento mira ad amplificarne il significato contenuto nel simbolo della pecora.
Volete sapere come la penso?
Sarà forse UMILTA’?
grazie maurizio,per le TUE “lezioni”!grazie!