Quante volte vi è capitato personalmente o di aver sentito dire da un’altra persona: “più desidero una cosa e più questa sembra allontanarsi da me?”. Oppure: “so che debbo assolutamente smettere di fumare ma…non ci riesco, è più forte di me!”.

Oltre l’abitudine vi è una sottile strategia che si attiva nella nostra mente e che paradossalmente, tende a proteggerci dalla sofferenza. Ma andiamo per ordine…

 

Per comPrendere questa dinamica occorre attenzionare prima di tutto due aspetti mentali: il SUBCONSCIO ed il CONSCIO.

Questi sono come l’iceberg che galleggia sul mare: la parte emersa (conscio) è una piccola parte di quella sommersa (inconscio). Nell’inconscio vi sono “memorizzate” tutte le nostre esperienze passate che sono presenti come EMOZIONI.

Per esempio: da piccolini stiamo giocando e vediamo un ragno. Ci chiediamo: “com’è buffo e simpatico questo animaletto con la barba lunga”. Lo seguiamo con lo sguardo studiandolo attentamente, quando all’improvviso un urlo ci fa sobbalzare: è un adulto che ci grida “NON TOCCARLO, E’ UN RAGNO!”.

Da quel momento ogni volta che vediamo o sentiamo la parola “ragno” proviamo un senso di repulsione.

Certamente questo è un esempio specifico di come si formi una paura specifica (fobia), ma il processo si concretizza anche a livelli diversi di disagio, come per esempio sentendo ripetutamente “i ragni fanno schifo” o “la vita è…”.

Il Subconscio registra traducendo in emozioni tutti questi passaggi ed ogni passaggio ripetuto è come un filo di cotone che si aggiunge ad un altro ad un altro ad un altro, fino al punto da diventare una robusta corda che è difficile spezzare.

Non mi soffermo sulla dinamica di come si àncori un’emozione, quello che desidero porre alla tua attenzione è:

come mai dopo venti o trenta o cinquanta anni, pur sapendo che quell’animaletto è innocuo, che è una creatura come noi, che svolge il suo ruolo nel grande palcoscenico del Creato, nonostante tutto questo ragionamento, ci provoca ugualmente una sensazione di allontanamento, se non addirittura di fobia per alcuni?

Questo avviene perché le EMOZIONI (lo spavento provocato …dall’urlo) è stato associato all’esperienza di quel momento (l’immagine del ragno). Questi ricordi, tradotti in EMOZIONI, vengono memorizzati nel SUBCONSCIO e lì rimangono pronte ad attivarsi ogni volta che la combinazione EMOZIONE/RICORDO (visivo, uditivo o cinestesico che sia) si ripresenta.

E’ interessante tutto ciò? Ti sta dando delle importanti piste su cui sviluppare una riflessione? Comprendi come questo semplice passaggio può averci condizionato una vita in maniera …INEFFICACE?

Quindi riassumendo:

– Con la parte CONSCIA realizziamo il potere decisionale, scegliendo le esperienze che vogliamo fare e quelle che vogliamo evitare.

– Con la parte SUBCOSCIENTE manteniamo le esperienze vissute in modalità inconsapevole sotto forma di EMOZIONI.

– Il SUBCONSCIO è la dimensione più estesa di tutta la nostra mente ed è un immenso archivio che mantiene più attive le emozioni acquisite durante il nostro sviluppo.

Adesso facciamo un altro passo, per completare l’essenza di questo “meccanismo”.

Circa un mese fa un mio amico di Catania mi telefona e mi dice: “…Maurizio, ma come ti spieghi che nel momento in cui ho iniziato a focalizzarmi sull’avere più denaro mi è arrivata… una mega bolletta telefonica. Io intendevo più denaro per me, non per il gestore telefonico…” 🙂

Allo stesso modo, un altro mio amico, mi confidava che pur apprezzando e desiderando la compagnia sincera di una ragazza ed impegnandosi in tal senso ad essere “aperto”, simpatico, sincero, appena faceva una nuova amicizia e non capitava molto spesso, dopo un po’ di tempo, zac, …il rapporto finiva. E dire che questo mio amico è simpatico, equilibrato di bell’aspetto ed economicamente indipendente.

Nella prima storia vi è sicuramente un avvenimento esterno alla persona (la bolletta) ma volendo osservare la dinamica in una dimensione più ampia, la possiamo collocare accanto alla seconda, in cui “qualcosa” accade principalmente dall’interno della persona.

Vediamo di svelare (togliere il velo) a questo “meccanismo” che per molti è un “segno” di sfortuna e… demotivazione. Questo “meccanismo” mentale è

l’AUTOSABOTAGGIO.

L’Autosabotaggio è una strategia comportamentale inconscia (ricorda: è un’emozione), che si “attiva” ogni qual volta che una azione cosciente è in contrasto con l’emozione archiviata.

Se l’emozione archiviata è meno intensa, allora riusciamo a realizzare quello che abbiamo deciso razionalmente, ma se così non è, allora si innesca un’emozione contraddittoria che ci porta disagio, confusione, indecisione, reazione emozionale contraddittoria e così via.

Vi è mai capito qualcosa del genere? Penso proprio di sì!



Paradossalmente il subconscio ci ripropone la risposta comportamentale per difenderci da una sofferenza. Il punto sta nel fatto che magari oggi, dopo molti anni, la risposta che si attiva è …inefficace, anzi controproducente.



Quante persone hanno desiderato esercitare una professione o ricoprire un incarico ed hanno lasciato perdere per una paura o timore apparentemente ingiustificato? Adesso comprendi perché.

Così è anche per i miei amici di poco fa. In loro si innesca un’emozione contraddittoria che è sostenuta dal GUADAGNO SECONDARIO, ovvero “quanto ci guadagniamo (emotivamente) nel reagire in quella maniera o sostenete un dato comportamento”.

Nel caso del rapporto con le ragazze magari lui non si accorge che manda dei microsegnali non verbali (occhi, sorrisi accennati, sopracciglia con una data espressione, ecc.) in contraddizione con quanto dice e vuole, ed il SUBCONSCIO lo permette perché sa che così facendo all’altra parte arriveranno segnali diretti e profondi che c’è qualcosa che non va e che il rapporto non durerà, così da evitare al mio un’altra sofferenza: come quando magari era bambino ed una bambina magari gli avrà detto “sei brutto e cattivo”, come il precedente esempio del ragno, solo che questa volta è un’esperienza di relazione.

Un altro esempio di guadagno secondario è quello di chi è eternamente ammalato pur non risultando assolutamente niente negli esami clinici. Con questo atteggiamento infatti crea più attenzione su di se, con cure, più affetto ecc. ecc.

In questo caso la guarigione che inspiegabilmente non avviene è ostacolata dal guadagno che scaturisce dall’attenzione acquisita.

Ciò non vuol dire che tutte le persone che conosciamo e che stanno male senza che si sappia la causa, stanno applicando questo specifico meccanismo, non generalizziamo… forse! 🙂

Il SUBCONSCIO non fa distinzione tra passato e futuro, egli vive un solo momento: il presente!

Purtroppo per l’amico mio, se non ristruttura questa emozione contraddittoria, il meccanismo si attiverà ogni volta che…… già conoscete la risposta!

Come si fa a ristrutturare? Ne parleremo in qualche prossimo intervento. Intanto se rileggi attentamente l’articolo, ti sarà di molto aiuto e… forse …probabilmente …qualcosa di importante accadrà… …forse è già accaduto.

Shalom  

M@urizio Fi@mmett@

Coach dell’Entusiasmo e Trainer di Sviluppo Personale

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Tutto posso in Colui che mi dà la Forza

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Di Admin

6 pensiero su “Perché Spesso Si Ottiene il Contrario di Quello Che Si Desidera”
    1. Ciao Marco,
      la ristrutturazione la stai GIA’ realizzando partecipando all’EntusiasmoWorld 🙂

      Infatti si tratta di cambiare una precedente convinzione limitante nel suo opposto, facendola diventare potenziante o funzionale per il personale scopo.

      Per far questo occorre contrastare le precedenti convinzioni con le nuove attività ed esperienze che più sono cariche di emozini positive, più tolgono l’effetto a quelle negative.

      Quindi di Forza alla Forza, frequenta persone che hanno realizzato quello che vuoi, studia, impara, approfondisci, partecipa a tutto ciò che è orientato alla vita che vuoi… e l’otterrai!
      Shalom
      maurizio (((\joy/)))

  1. ciao Maurizio

    il tuo articolo capita proprio a fagiolo …. Mi chiedevo da alcuni giorni perche’ il lavoro che ho tanto desiderato non è …ARRIVATO A ME…..
    Mi spiego: tutto era andato come volevo, avevo vinto il posto per lo stage da me desiderato, il lavoro era un sogno, gli altri stagisti se n’erano tutti andati perche’ a loro non interessava ed ero rimasta…. solo io 🙂 …. Ma poi all’ultimo, nonostante IO SENTISSI MIO quell’impiego, mi hanno comunicato che non c’era denaro …. Io l’ho interpretato come un ‘segno’ …. Forse non ho ottenuto quello che desideravo …perche’ io desideravo un laovro remunerativo (be’, …correttamente remunerato intendo) e quello non poteva esserlo e mi avrebbe dato delusioni future?????
    Pratico sempre i metodi dell’attrazione e leggo da sempre i tuoi libri e consigli, ma spesso ancora ho delle lacune… COME INTERPRETO QUESTO AVVENIMENTO????

  2. Si, durante la lettura dell’articolo sono emersi molti dei miei autosabotaggi.
    Cosa ancora piu’ rilevante consiste nel…..quando accade l’evento che innesca ciò, ti autosaboti ancor piu’ perche’ c’è l’abitudine a scappare anzichè combattere…..”atteggiamento difensivo”
    Sarà piu semplice d’ora in avanti riconoscerne il meccanismo,….e riflettere prima di prendere decisioni affrettate, magari dormendoci su’ per una notte…..soltanto!!!
    !!!Shalom!!!

  3. Caro Maurizio,
    quante volte fino ad oggi le convinzioni limitanti e quello che nel corso degli anni si è installato nel mio subconscio, in quello che a me piace definire il “software mentale”, hanno condizionato le mie azioni ostacolandomi nel raggiungimento dei miei obiettivi…
    A tal proposito, la “perla” che ci doni con questo articolo, di cui ti ringrazio enormemente, mi offre uno spunto di riflessione e mi conferma una sensazione che da qualche tempo circola nei miei pensieri: l’importanza di acquisire la consapevolezza dell’esistenza di emozioni negative nel nostro subconscio, istallate nel passato e che generano l’autosabotaggio, e sull’importanza della decisione di risolvere i conseguenti conflitti emozionali operando per dare maggior forza e intensità alle emozioni positive e funzionali al raggiungimento dei miei obiettivi.
    E’ vero, qualcosa di importante è accaduto e sta accadendo; ora però mi aspetto le indicazioni che hai promesso sulle modalità di ristrutturazione delle emozioni contraddittorie…
    A presto.
    Roberto

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